Creato dalla fertile penna di Alfredo Castelli nel 1982 e realizzato graficamente da Giancarlo Alessandrini, Martin Jacques Mystère è statunitense di nascita, ma si è formato culturalmente in Italia.
Vive a New York, in un piccolo appartamento pieno di libri e oggetti curiosi al numero 3/a di Washington Mews e pur essendo un vero e proprio "Detective dell'Impossibile" non è un detective nel senso stretto del termine. Non ha clienti che si rivolgono a lui e non esegue indagini su commissione, ma entra in azione soltanto se l'argomento lo interessa in modo particolare. E ciò che più gli interessa sono i "grandi enigmi" mai risolti, quelli cioè che la scienza "ufficiale" non prende in considerazione, da quelli archeologici a quelli storici, da quelli scientifici o parascientifici a quelli esoterici. Argomenti che esercitano l'inquietante attrazione dell'inesplicabile, che si fa ancora più intrigante perché avvolge la nostra società e il nostro tempo, dove il fantastico si scatena all'improvviso in ambienti apparentemente consueti e ordinari.
Martin Mystère non è assolutamente un super-eroe: è una persona "normale", con tanti piccoli difetti che lo rendono "umano" e accattivante, che non si butta nel pericolo per il puro gusto di farlo.
Suo inseparabile compagno di avventure è Java, vero uomo di Neanderthal scovato in una "nicchia" preistorica in Mongolia e soltanto superficialmente civilizzatosi. Martin e Java formano una di quelle coppie "impossibili" che possono esistere unicamente nel mondo della fantasia. Una coppia ben più possibile è quella di Martin e sua moglie, l'affascinante e paziente Diana Lombard. Al loro fianco c'è spesso la svampita Angie, una bionda sexy con la tendenza a spogliarsi innocentemente di fronte a chiunque.
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